Collezione Bharat

Tutto è cominciato a Varanasi, la città sacra sul Gange, dove il tempo si dilata tra le fiamme dei ghat e i canti all’alba. Lì ho respirato la spiritualità tessuta nei sari delle donne che pregano, ho toccato sete che sembrano galleggiare nell’aria. I ricami sembravano parole silenziose, cariche di devozione e memoria.
Eccomi a Delhi, affollata, contraddittoria, vibrante. Tra mercati brulicanti e palazzi coloniali, ho scoperto l’equilibrio tra caos e raffinatezza, tra storia e modernità. I dettagli architettonici, le geometrie delle jali (i reticoli traforati), i colori delle spezie e dei tessuti: tutto è entrato nel mio taccuino visivo.
Ad Agra, la meraviglia del Taj Mahal mi ha lasciata senza parole. Non solo per la sua bellezza, ma per la sua delicatezza: il marmo bianco incastonato di pietre semi-preziose, i motivi floreali stilizzati, l’armonia tra forza e grazia. È lì che ho deciso che Bharat doveva parlare d'amore.
Infine Jaipur, la città rosa. Un sogno ad occhi aperti tra palazzi decorati, mercati di tessuti, botteghe di artigiani del metallo e del legno. Ogni angolo racconta una storia di artigianato, di mani sapienti e di un gusto per la bellezza che resiste al tempo. Qui ho scelto i primi tessuti per la collezione.
E così, tra le acque lente del Gange, l’oro del tramonto su Agra, il rosa polveroso dei palazzi di Jaipur e il battito incalzante di Delhi, ho raccolto frammenti di luce, gesti antichi e silenzi pieni di significato.
Bharat è il filo invisibile che lega quei luoghi alla pelle,
è un sussurro di seta,
un ricamo di memoria,
un omaggio a una terra che parla d’anima, non solo di estetica.
È la mia India — vissuta, ascoltata, trasformata in abiti da indossare come poesie.